Home 2×09 Through the Looking Glass

di todo90

 MESSAGGIO IMPORTANTE: SE VOLETE CHE LA STORIA CONTINUI, COMMENTATE NEL BLOG, SCRIVETE COSA NE PENSATE, I VOSTRI PERSONAGGI PREFERITI, E LE VOSTRE IMPRESSIONI. MI RACCOMANDO, è IMPORTANTE CHE VOI LO FACCIATE, GRAZIE, E BUONA LETTURA:

Vorrei ricordare che HOME non è esattamente un racconto, o un romanzo, è una storia che ha lo stile di una sceneggiatura. Viene lasciato molto all’immaginazione del lettore, ed i passi sono più brevi. E tutto ciò è fatto APPOSITAMENTE.

Per godere appieno l’episodio vi consiglio di aprire i link delle canzoni ogni volta che ne trovate una. Sono evidenziati.

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Colonna Sonora: Exploring & Traveling

Un allarme. Un rumore assordante che continua a pervadere una stanza. Due letti, lenzuola blu. Dalla finestra entrano i primi raggi del sole, che illuminano la parete accanto alla quale è posizionato uno dei letti. Proprio da quel letto, un ragazzo si alza, velocemente, senza prendersi un momento per aprire gli occhi e vedere cosa succede, senza rilassarsi. Si alza, subito, di scatto, ancora in boxer. Capelli biondi, un biondo cenere, che appena viene investito dai raggi del sole diventa acceso. Occhi azzurri.

Dave

Dave

Il ragazzo inizia ad urlare, ad urlare insistentemente verso l’altro letto.

Ragazzo: Christian! Christian!

Un altro ragazzo inizia a muoversi sotto le coperte dell’altro letto, facendo fatica ad alzarsi.

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Christian

Christian: che cazzo succede?

Il ragazzo biondo si posiziona velocemente su una sedia, davanti ad una scrivania. Un iMac accesso, continua a dare un segnale d’allarme che viene amplificato da delle grosse casse nere posizionate a terra.

Ragazzo: ci siamo. Ci siamo.

Chirstian: Dave?

Dave continua a fissare lo schermo del Mac. Il cuore gli batte forte, più forte del solito- e già nella norma ha un battito accelerato. Non è eccitazione, è paura, è ansia. Era da tanto che si preparava a questo.

Dave: sono qui, Chris. Sono arrivati.

Christian è seduto sul letto ormai, anche lui in boxer, capello arruffato, lui è semplicemente felice, felice che l’attesa sia finita. Christian è bello, ma bello non nel modo ordinario, c’è qualcosa che ti attira in lui fisicamente. Non è una bellezza classica, ma ha un fascino incredibile.

Christian: bisogna svegliare la principessina allora.

Dave lo guarda, annuendo

Dave: l’allarme dovrebbe averla svegliata.

Christian: beh, per essere sicuri che abbia un risveglio regale, sarà meglio che le porti la colazione.

Dave sospira, Christian ovviamente fa del sarcasmo, non è del tutto contento di questa situazione. Il ragazzo spegne velocemente l’allarme, e si alza dalla sedia.

Dave: vestiti!

Dave esce in fretta dalla stanza, percorrendo velocemente il corridoio del piano superiore di quella bellissima casa tra le montagne. Si infila una maglia, e velocemente, quasi inciampando, mette anche in jeans. Arriva finalmente ad una porta alla fine del corridoio. Bussa.

“Avanti.”

Una voce femminile, delicata. Dave apre la porta, una bellissima ragazza mora è nel letto. Una camera molto ben arredata, ma allo stesso tempo semplice. Lei vuole che sia così.

Ana

Ana

Dave: vostra altezza..

Ragazza: Ana, Dave. Quante volte te l’ho detto? Chiamami Ana.

Dave si schiarisce la voce, nervoso.

Dave: Ana. Sono qui.

Ana lo guarda, sorridendogli. Finalmente, finalmente è arrivato il tempo di reagire, e nonostante la paura, e nonostante l’ansia di fallire, finalmente tutto può iniziare.

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Kit Harrington, TV Guide, August 1, 2011

Brian apre velocemente la porta di Casa Brentan. Si guarda attorno, nervoso, gli eventi della scorsa notte sono stati troppo forti. Steve, la rivelazione su Lucy, suo padre. È come se fosse più di quanto potesse sapere, è come se ora avesse la nausea della verità.

È stanco, è sudato, avrebbe bisogno di una doccia e di una bella dormita, ma non c’è tempo.

Brian: hey?

Brian urla, cercando di attirare l’attenzione. La casa sembra essere vuota.

Brian: Lucy? Lucas? Papà?

Brian urla i tre nomi in fila, ma di nuovo, nessuno risponde. Fa velocemente un giro della casa: il salone è vuoto, la cucina anche. Il frigo, tuttavia, è aperto. La cosa gli sembra strana, lo insospettisce. Di nuovo ripete i tre nomi in fila.

Brian: Lucy? Lucas? Papà?

C’è qualcosa che non va, ed è chiaro. Il ragazzo, velocemente, si reca all’entrata, e percorre di corsa le scale, poste davanti alla porta, che portano al piano superiore.

Brian va verso la porta della camera di Lucas, la apre, senza bussare. Il letto è fatto, la camera è vuota. Chiude la porta, e si reca velocemente verso la camera di Lucy. Bussa, bussa due volte. Ma nessuno risponde, così apre.

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Ed eccolo lì, Lucas, completamente nudo, sul letto di Lucy. Coperto solo da quelle lenzuola rosa. Il ragazzo apre gli occhi, svegliato dal rumore dell’apertura della porta. I due si guardano, si guardano per qualche secondo, mentre un silenzio imbarazzante e agonizzante fa da sottofondo.

Lucas sgrana gli occhi, ovviamente colpevole. Brian pensa che questo sia l’ultimo mattone per sotterrare la sua forza di andare avanti in questo momento. È successo, ciò che temeva è successo.

Lucas: Brian…

Brian lo guarda, Lucas sente ciò che prova, ci riesce. La connessione di famiglia glielo permette. Lo sente anche lui. Il più grande tradimento di sempre.

Lucas: Brian…

Lucas ripete il nome del fratello. Brian, che ha ancora uno sguardo sconvolto e ferito sul suo viso, incredulo quasi, chiude la porta dietro di se, è scende al piano inferiore. Da qui non si può tornare indietro, Lucas lo sa, Brian anche.

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Lucas è sceso velocemente, con un paio di jeans e la camicia sbottonata, Brian è in cucina, ha appena bevuto un bicchiere d’acqua distillata. Brian posa il bicchiere, con calma. Fa un grosso sospiro.

Lucas: Brian, lascia che…

Brian: cosa?

Lucas guarda il fratello, sinceramente dispiaciuto. Ma sa che non vuol dire nulla per Brian in questo momento.

Lucas: io…

Brian: vuoi negarlo?

Lucas sospira, nervoso.

Brian: vuoi negare che te la sei scopata?

Lucas lo guarda sorpreso, Brian non è solito usare questo terminologia.

Lucas: no, non lo voglio negare.

Brian: bene.

Brian prende ancora dell’acqua dalla bottiglia, la versa lentamente nel bicchiere.

Lucas: ascolta…

Brian: no, io non voglio più ascoltare. Non voglio ascoltare un fratello bugiardo, non voglio ascoltare un fratello che mi nasconde che nostro padre è ancora vivo…

Brian gira finalmente lo sguardo verso Lucas, uno sguardo incattivito, pieno d’odio. È la prima volta che guarda il fratello in questo modo.

Lucas è sorpreso, lui sa di Nick?

Lucas: come…?

Brian: sì, sorpresa. Lo so. Ci ho parlato e mi ha raccontato tutto.

Lucas: quindi ti ha anche detto che era necessario?

Brian prende il bicchiere, e con forza lo sbatte a terra. I vetri riempiono il pavimento della cucina.

Brian: come hai potuto farmi questo?

Lucas non dice una parola.

Brian: come hai potuto farmi questo?

Brian urla, furioso. Si avvicina, velocemente verso il fratello, Lucas rimane fermo, a questo punto si lascerebbe fare di tutto. Brian lo guarda, schifato, amareggiato. Senza esitare, gli dà un pugno. È forte, Brian ha i suoi muscoli. Lucas si tocca la mascella dolorante.

Lucas: mi dispiace…

Brian: a me dispiace di averti come fratello. Tu non mi meriti. Non mi hai mai meritato.

Lucas: la amo, Brian!

Lucas stavolta parla con tono fermo, lasciando spazio alla verità.

Lucas: l’ho amata dal primo momento. Da subito ci siamo connessi, ed è qualcosa che va oltre quello che pensi.

Lucas si tocca ancora la mascella, cercando di fare il giusto movimento con i denti per limitare il dolore.

Brian: tu la farai soffrire. Tu fai questo con le persone, non sei in grado di amarle.

Lucas si rimette in piedi per bene.

Lucas: dobbiamo parlare, ok? Insultami, prendimi a pugni, odiami, ma adesso dobbiamo parlare di ciò che sai.

Brian: ah sì?

Lucas: sì.

In cucina arriva John, la porta era aperta, guarda sorpreso i due, nota i vetri a terra.

John: che diavolo è successo qui?

Brian e Lucas si guardano, cercando di capire cosa dire.

John: dov’è Lucy?

Brian sospira, cercando di calmare la rabbia.

Brian: sono appena arrivato.

Lucas: non so, pensavo fosse qui.

Brian: quando sono arrivato il frigo era aperto. La porta non era chiusa a chiave.

John li guarda, incredibilmente preoccupato. Non capisce cosa sia appena successo.

John: magari è ancora in camera sua?

Brian: no, lei non c’è.

Brian tira un’altra occhiataccia a Lucas.

John: beh, qualcuno la chiami, forse sarà andata da Emily. Che diavolo è successo qui in cucina?

Brian: Lucas, chiamala tu.

Lucas guarda Brian, prendendo velocemente il cordless della cucina. Compone il numero.

Bussa. Bussa più volte.

Lucy: pronto?

Lucas guarda Brian e John, facendogli capire che ha risposto.

Lucas: Lucy? Dove sei?

Lucy: non te lo posso dire adesso.

Lucy ha la voce tremolante, è chiaro. Ha paura.

Lucas: Lucy, cosa è successo?

Brian e John guardano la scena, preoccupati.

Lucy: Lucas ti prego, sto bene.

Lucas: no, non stai bene, lo sento.

Lucas sente Lucy sorridere, nell’inizio di un pianto.

Lucy: è la connessione?

Lucas: no, lo sento e basta. Ti prego, dimmi dove sei.

Lucy cerca di trattenere il pianto. Lucas lo avverte.

Lucy: ti amo, Lucas.

Lucas non potrebbe rispondere, non ora. Ma anche se volesse, non ne avrebbe il tempo, Lucy attacca il telefono.

Lucas: Lucy…?

Brian e John guardano il ragazzo, entrambi molto preoccupati. Lucas non sembra avere un’espressione diversa dalla loro.

Route 52, California.

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Lucy ha appena attaccato il cellulare. Lo restituisce nelle mani di Lorz, che prontamente lo porta nella sua tasca, mentre continua a guidare su quella strada. Lucy è passata dal sedile posteriore al posto accanto a Lorz, su volere dell’alieno.

Lucy

Lucy

Lucy: allora, dove stiamo andando?

Lucy cerca di asciugare le lacrime, senza farlo notare troppo a Lorz. Non le è mai piaciuto sembrare una persona debole.

Lorz

Lorz

Lorz: ti ho lasciato rispondere alla chiamata, non testare la mia pazienza.

Lucy: ho solo chiesto dove stiamo andando.

Lorz sospira, abbassando il volume dello stereo.

Lorz: sai, quel “ti amo, Lucas” mi ha sorpreso.

Lucy alza gli occhi, ora non è proprio il momento di parlarne

Lucy: puoi semplicemente dirmi dove stiamo andando? Cosa vuol dire che dobbiamo salvare il mondo?

Lorz: mi sono sempre chiesto perché stessi con Brian. Voglio dire, l’attrazione tra te e Lucas era palese, e ora a quanto pare c’è stata una svolta. Parlamene.

Lucy lo guarda, incredula

Lucy: io non parlerò di questo con te.

Lorz: peccato. Se me lo chiedi, il povero Brian non vi perdonerà presto.

Lucy lo guarda, perplessa

Lucy: cosa?!

Lorz: è dannatamente frustrante non riuscire a leggerti.

Lucy: così potresti usare i miei pensieri per fare delle battute sarcastiche e fuori luogo?

Lorz: siete connessi, questo lo so. Lo sento, si nota a miglia di distanza.

Lucy: un alieno temuto in tutto l’universo, che è appassionato di teen-drama.

Lorz sorride, divertito.

Lorz: sto solo provando a rendere questi momenti piacevoli.

Lucy: non c’è nulla di piacevole in tutto questo.

Lorz: beh, quando guarderai indietro, questo ti sembrerà piacevole.

Lucy lo guarda, ora non riesce davvero a nascondere la paura. Quella frase è stata fin troppo chiara.

Lucy: cosa vuoi dire?

Lorz la guarda, l’espressione sul suo viso è cambiata.

Lorz: ti sto portando da loro. Ti sto portando…

Lorz tentenna

Lucy: da chi?

Lorz la guarda, di nuovo, chiaramente non vorrebbe dirle questo.

Lorz: dai triangolari.

Lucy è sconvolta. Improvvisamente, il mondo inizia a crollarle addosso, di nuovo.

Alla centrale di Hope, Jack è nell’ufficio di James, nervoso, preoccupato, fa avanti e indietro nella stanza, cercando di pensare. James è ancora abbastanza stordito, ma se non si fosse presentato a lavoro la Starling avrebbe sicuramente avuto qualcosa da ridire.

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James: possiamo provare a rintracciare il cellulare.

John: sì, bravo. È una buona idea.

James: cerca di calmarti però.

John lo guarda, non ci riesce, dopo tutto quello che è successo la scorsa notte, non ci riesce.

James: seriamente, dovreste mettere a quella ragazza un grosso allarme che inizia a suonare ogni qual volta si allontana di 100m da voi. È incredibile come scompare ogni tot giorni.

John: Lucas Senior è scomparso. Lorz idem. C’entrano loro, è evidente.

James: ok, ehm, a quanto ho capito questo Lorz è il signore di tutti i mali, mentre Lucas Senior è il nonno di Lucas e Brian. Ah, parenti serpenti.

John: rintracciare il cellulare non basterà. Ci serve qualcosa di più.

James lo guarda, chiedendosi come può aiutarlo.

John: a proposito. Tu, tu… ti senti bene?

James annuisce, John non ha avuto il tempo di chiederlo, i due sono molto amici, e darebbero la vita l’uno per l’altro.

James: non rischio più di morire. Almeno non per un veleno alieno. Quindi, è una giornata positiva, tralasciando la scomparsa di tua figlia.

John: dov’è Kate?

James: è tornata a casa, deve giustificare le sue assenze al suo perfetto fidanzatino.

John sembra preso, preso da un pensiero.

James: cosa succede? Mi spaventa quando fissi qualcosa.

John: ho un’idea. Ho avuto un’idea. Devo andare.

John, velocemente, apre la porta ed esce dall’ufficio di James.

 

Tim continua a fissare quella città sotto di lui, dalla grossa vetrata dell’astronave che si affaccia su una New York ignara. Malesia è proprio accanto a lui, sembra compiacersi mentre vede il volto stupido dell’uomo.

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Tim non saprebbe ben descrivere quel posto. È tutto molto scuro, una tecnologia che non è in grado di percepire al completo, materiali che non sembra aver mai visto, ma che allo stesso tempo non sembrano non umani. Sembra un qualcosa di concreto e no. Qualcosa di fatto e non fatto. Di nuovo, Tim poggia lo sguardo su New York.

Malesia

Malesia

Malesia: mi piace questa città. Rappresenta il progresso, certamente non il massimo del progresso, ma per voi è imponente.

Tim la guarda, ancora incredulo

Tim: cosa avete fatto ad Amy?

Malesia: è in un posto nel quale è al sicuro, per ora.

Tim parla a denti stretti

Tim: perché è qui?

Malesia inizia, di nuovo, a fare avanti e dietro per l’enorme sala, parlando a voce ferma, ma alta.

Malesia: è una sorta di scambio, sai? Come lo sei tu.

Tim: scambio per cosa?

Malesia: sei il figlio di una figura importante.

Tim: mio padre?

Malesia annuisce

Tim: chi è mio padre?

Malesia: è una domanda alla quale cerchi di avere una risposta da anni, vero? È ciò che ti tormenta, ciò che ti dà uno scopo nella vita. Trovare colui che ti ha generato. È affascinante.

Tim la guarda, cerca disperatamente, da ore, una via di fuga, ma sarebbe inutile anche provarci.

Malesia: e se scoprissi che la verità non è ciò che cercavi? E se scoprissi che le risposte che volevi in realtà non ti piacciono?

Tim: che cosa vuoi da me?

Malesia: te l’ho detto. Sei uno scambio.

Tim fa cenno di no con il capo

Tim: mio padre neanche mi conosce, cosa ti fa pensare che potrebbe provare qualche tipo di sentimento nei miei confronti? Mi ha abbandonato.

Malesia: lui non sapeva della tua esistenza. Vedi, tuo padre è un uomo potente, che ha sempre cercato di sovrastare gli altri e ci è sempre riuscito. Ma non è immune ai peccati della carne, e soprattutto non è immune al sentimento umano.

Tim sospira, cercando di capire qualcosa.

Malesia: è interessante che tu non sia sorpreso più di tanto di essere qui. Quando prendiamo qualcuno, di solito, il poveretto inizia ad urlare e il suono diventa incessante. Tu sapevi chi eri, vero?

Tim: perché dovrei rispondere alle tue domande? Tu non rispondi alle mie.

Malesia sorride, divertita dalla situazione. Sempre in modo regale, sempre molto composta, ma sorride.

Malesia: mettimi alla prova.

Tim: cosa ci facciamo qui? Perché siamo sopra New York?

Malesia: perché la vogliamo distruggere.

Tim la guarda, impietrito

Malesia: beh, non solo New York. Tutte le principali città degli Stati Uniti e del mondo, e in più una piccola cittadina in California che inizia a darci particolari problemi.

Tim: perché?

Malesia inizi ad avanzare verso di lui, continuando a parlare.

Malesia: affrettiamo il processo? Gli umani stanno distruggendo questo pianeta, ignari della fortuna che hanno. I mari, un sole nella posizione giusta, l’allineamento perfetto di questo pianeta permette di vivere una vita serena ed equilibrata. E loro non lo apprezzano.

Tim: non capisco… Voi cosa ci guadagnate?

Malesia è contenta di dare queste informazioni a Tim, le procura piacere.

Malesia: una nuova casa.

Tim la guarda, perplesso

Malesia: la nostra è diventata alquanto scomoda. Il nostro pianeta. È dalla parte oscura di un sole chiamato Lux. Illumina un pianeta, quel pianeta è da dove viene tuo padre, è da dove viene la vostra gente. Ma non illumina il nostro, non più. Noi nasciamo con un marchio, un marchio impresso nella pelle. Siamo incredibilmente simili. Anche agli umani, almeno nell’aspetto. Ma noi, noi e voi, la gente di tuo padre, solo un marchio ci distingue, questo ci fa pensare che fossimo una cosa sola una volta. Non è affascinante?

Tim: non capisco…

Malesia: non puoi. Va oltre la tua comprensione da impuro.

Tim la guarda, non sembra esserci possibilità di uscita da questa situazione.

Casa Brentan, Lucas è occupato nel raccogliere i cocci di vetro caduti a terra, qualcuno dovrà pur farlo, e in questa situazione, pur di non pensare, sarà disposto ad essere colui che lo fa. L’idea di sapere Lucy in pericolo lo sta mandando fuori di testa, e odia non poter fare niente.

Brian: dovrei andare da Nick, lui forse potrà aiutarci a trovare Lucy. Ho appena finito di parlare al telefono con la madre di Steve, sta bene, si è svegliato.

Lucas: se papà..

Lucas tentenna, non sa più che parole usare.

Lucas: se John ha ragione, Lorz e il nonno fanno parte di tutto questo.

Brian: non riesco a capire, ok?! Perché il nonno… Quel tipo…

Brian ha ancora difficoltà a chiamarlo nonno, effettivamente.

Brian: perché farebbe questo a Lucy?

Lucas si alza, guardando il fratello.

Lucas: non ci arrivi?

Brian lo guarda, facendo cenno di no con il capo

Lucas: vuole portarci via, voleva farlo in passato, vuole farlo anche adesso. E Lucy è l’unico motivo che ci terrebbe qui in caso di un’invasione aliena.

Brian guarda il fratello, cercando di rimanere concentrato anche sulla scomparsa di Lucy, anche se al momento sembra alquanto difficile, visto cosa gli ha fatto.

Brian: a proposito di questo. Cosa ti è successo veramente?

Lucas: cosa vuoi dire?

Brian: quando sei stato preso, non hai mai detto cosa ti è successo, come hai incontrato Nick, come sei tornato. Non ho mai fatto domande perché credevo tu fossi sconvolto, credevo che fossi troppo toccato da tutto ciò per parlare. Ma ora voglio sapere. Voglio sapere tutto.

Emily arriva in cucina, guardando Lucas che raccoglie vetri. Lucas la guarda, impietrito. Si sente terribilmente in colpa.

Emily: hey, la porta era aperta, cosa è successo? John mi ha chiamato, ha detto che Lucy è scomparsa e…

Emily guarda i fratelli, entrambi molto silenziosi, troppo silenziosi.

Emily: che diavolo succede?

Brian sospira, mettendo le braccia conserte, guardando il fratello.

Lucas: Emily…

Emily: cosa?!

Lucas: dobbiamo parlare.

Emily: lo so, Lucy è scomparsa, e io sono qui per aiutarvi a trovarla e…

Brian: non credo che vorrai farlo.

Emily guarda Brian, perplessa.

Lucas: Brian, lascia che…

Brian: Lucy e Lucas hanno fatto l’amore. Ieri notte.

Brian si è preso, a modo suo, una piccola vendetta.

Emily sente un colpo al cuore. Si sente morire dentro. Guarda Lucas, che sembra ed è terribilmente colpevole. Emily non riesce a proferire parola, non riesce neanche a respirare.

Lucas: Emily, noi…

Emily si avvicina a Lucas, guardandolo dritto negli occhi. Lo guarda per qualche secondo. Poco dopo, gli dà un calcio. Gli dà un calcio lì, nei testicoli. Lucas si accascia, dolorante. Brian guarda la scena, gli dispiace sicuramente per Emily, ma il fratello lo merita. Emily, velocemente, esce dalla cucina, facendo ciò, incappa in John, che la guarda, la ragazza è chiaramente sconvolta.

John: Emily…?

Emily: scusi signor Brentan…

Emily dice queste parole nel pianto, con voce spezzata. Deve andarsene da lì, va verso la porta di casa Brentan, per allontanarsi il più possibile da Lucas.

John guarda Lucas e Brian, di nuovo, non ha idea di cosa stia succedendo.

John: non farò domande.

Lucas si tocca i testicoli, doloranti. Brian guarda la scena, ancora soddisfatto.

John: ho un’idea. Ho un’idea per trovare Lucy.

Lucas si sente sollevato, ma solo un pochino, fino a quando non la riavrà tra le sue braccia, non riuscirà a calmarsi completamente.

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Colonna Sonora: Love Theme

In un enorme distesa verde, Ana e Dave sono seduti, ammirando il meraviglioso paesaggio che il Colorado offre. Accanto a loro ci sono delle borse.

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Christian

I due guardano, attentamente, Christian, che sta facendo il bagno in un lago proprio accanto a quella meravigliosa distesa. Ana adora tutto questo, dove abitava lei non esiste. Il verde, i rumori della natura, il meraviglioso suono dell’acqua che scorre levigando le rocce. È un qualcosa di meraviglioso per lei. Respira a piena polmoni. Dave la guarda, curioso.

Dave

Dave

Dave: ha già preso la siringa per le bolle di azoto?

Ana sorride

Ana

Ana

Ana: non inizierai mai a darmi del tu, vero? Sto bene, Dave.

Dave le sorride.

Ana: bene, conosco la tua storia. So tutto della tua storia.

Ana mette le mani nel terreno, adora la sensazione, chiude gli occhi alzando il viso, i raggi del sole, quel calore, le fanno provare le cose più belle del mondo.

Dave: ho una certa fama.

Ana: Dave, il fuggitivo Dave. Mia madre ti odia.

Dave: tutti mi odiano da dove veniamo, principessa.

Ana: penso tu sia molto coraggioso. Ciò che hai fatto…

I due si guardano, Ana dovrebbe aver paura di lui, data la sua fama, ma non è così. Dave la rassicura.

Ana: per me è un qualcosa di meraviglioso.

Dave abbassa il capo, quasi imbarazzato.

Ana: non tutti sono disposti a parlare nella folla. Non tutti sono disposti ad alzare la voce per cambiare qualcosa, e a mettersi in primo piano per far sì che ciò accada.

Dave non lo dà a vedere, ma apprezza le parole della ragazza.

Ana: qual è la sua storia, invece?

Ana guarda di nuovo Christian, attentamente, mentre il ragazzo continua a nuotare. Christian è un solitario, ed è chiaro. È molto solo, ed ha una tristezza negli occhi che è rara. Un’anima toccata da un profondo dolore, è così palese.

Dave: era innamorato. Si chiamava Pete. Quando li hanno scoperti, Pete è stato ucciso, lui ha deciso di scappare, e si è rifugiato qui. Non lo ammetterà mai, ma era veramente innamorato.
Ana: come lo sai?

Dave: quando una connessione si spezza, e la persona che ami muore, è come se dentro venissi ucciso anche tu. Ed è per questo che lui, alcune volte, sembra morto. Come se non valesse più la pena andare avanti.
Ana: da cosa credi sia mosso, allora?
Dave: vuole vendicare l’amore della sua vita. Qualche volta la vendetta riesce ad accendere un’anima quanto l’amore.

Ana è colpita dalla storia, guarda di nuovo Christian.

Ana: dovremmo chiamarlo. Vedere se è riuscito a convincerli.

Dave: come sai che si fideranno di noi? Siamo i nemici per loro.

Ana lo guarda, gli sorride.

Ana: non lo so, ma devo sperare. È tutto ciò che ci rimane: sperare e combattere.

Ana si alza, velocemente, prende il suo borsone. Dave la segue, alzandosi. Fa un fischio a Christian, che li guarda, è scontento di uscire dall’acqua.

 

Lucy e Lorz non hanno scambiato nessuna parola dalla rivelazione. Lorz continua a guidare, silenzioso, mentre Lucy cerca di capire come poter uscire da questa situazione.

Lucy: quindi, finisce qui?

Lorz non la guarda, non ora.

Lucy: pensavo fossi un uomo d’onore. Hai paura che ti uccidano e quindi mi stai consegnando? Questo non è da te, non pensavo fosse da te…

Lucy sta facendo di tutto per toccare i pulsanti giusti. E lo fa. Lorz ferma la macchina, tira il freno a mano. Scende, velocemente.

Lorz: esci. Esci dalla macchina.

Lorz urla contro Lucy, la ragazza, velocemente, scende della macchina. L’uomo si posiziona davanti a lei, guardandola negli occhi.

Lorz: non voglio farti questo, non lo capisci?! Io non voglio.
Lorz, finalmente, sembra provare qualcosa, sembra essere umano. Lui stesso non riesce a credere di averlo detto.
Lucy: allora perché lo fai? Potrebbero uccidermi.
Lucy non può arrendersi ora, non può, non ora che ha avuto Lucas, non ora che tutti coloro che ama sono in pericolo.
Lorz: devo.
Lucy: no, tutti hanno una scelta.
Lorz: loro hanno mio figlio!

Lorz lo dice, finalmente lo dice. È come liberarsi da un peso.

Lucy lo guarda, sconvolta.

Lucy: hai un figlio?

Lorz: non abbiamo tempo per questo.

Lucy: hai detto che dobbiamo salvare il mondo. Come?

Lorz: tu sei diversa. Tu sei speciale. Ti vogliono per questo. Non so perché abbiano così tanta paura di te, ma ce l’hanno. Forse tu sei l’unica che può farlo…

Lucy: fare cosa?

Lorz la guarda, nervoso

Lorz: salvare questo pianeta.

Lucy: non sembra interessarti, vuoi solo consegnarmi a loro.

Lorz: dobbiamo arrivare lì. Dobbiamo arrivare da loro.

Lucy lo guarda, cercando di capire il suo piano.

Lorz: una volta arrivati, vedrò la situazione, e decideremo cosa fare.

Lucy lo guarda, gli occhi chiaramente impauriti, cerca di far leva su qualsivoglia parte umana ci sia in lui.

Lucy: e se fosse una trappola, se non ti daranno tuo figlio? Mi starai consegnando a loro per niente.

Lorz: ti ho detto che dobbiamo arrivare lì. Poi vedremo cosa fare.

Lorz non sa esattamente cosa fare. Ma la sua priorità, ora come ora, è vedere suo figlio.

Lorz: sali in macchina.

Lucy rimane ferma, mentre Lorz procede verso la macchina.

Lorz: ho detto sali in macchina.

Questa volta Lorz ha un torno fermo, arrabbiato. Lucy fa ciò che le dice, non potrebbe fare altrimenti al momento.

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Hope High School, Emily è davanti l’entrata della scuola, vicino le scale che portano alla porta principale. Le macchine della polizia sono ancora lì, tutti gli studenti sembrano uscire dall’edificio, tornare alle loro macchine. Emily fissa il posto, con lo sguardo perso nel vuoto.

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“Emily?”

Emily si gira, nota Ryan con lo zaino in spalla, va verso di lei.

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Ryan: niente scuola. Apparentemente ieri notte è successo qualcosa qui.

Emily sa benissimo di cosa si tratta.

Emily: peccato.

Ryan la guarda, sorpreso per la risposta. Emily ha gli occhi gonfi, rossi, è chiaro che ha pianto.

Ryan: hey, ti senti bene? Sembri…

Emily guarda Ryan, non saprebbe esattamente cosa dire in questo momento, non ha voglia di parlare.

Ryan: vuoi farti in giro?

Emily: cosa?

Ryan: credo che tu abbia bisogno di farti un giro. Scuola non c’è… Un altro mistero di Hope. Andiamo, vieni con me…

Emily lo guarda, il ragazzo sembra avere buone intenzioni, si fida di lui, non è la prima volta che vuole aiutare.

Aeroporto di Napa, California.

Lorz e Lucy hanno raggiunto il check in di un imbarco. Lucy si guarda attorno, vorrebbe gridare, vorrebbe chiedere aiuto a qualcuno. Ma sa che non funzionerebbe, e sa che non è il caso. Lorz ucciderebbe tutti.

Lucy: cosa ci facciamo qui?

Lorz si guarda attorno, cercando chiaramente qualcosa, o qualcuno.

Lorz: secondo te? Dobbiamo prendere un volo.

Lucy: non ho il passaporto con me, non ho niente.

Lorz: non ce ne sarà bisogno.

“Volo Oceanic 234, l’imbarco è iniziato. Posizionatevi in fila e aspettate il vostro turno.”

In Line at DCA

Lorz finalmente, nota ciò che cercava. Un uomo all’entrata del tunnel che porta all’aeromobile.

Lorz: andiamo!

Lorz afferra Lucy con forza per un braccio

Lucy: Lorz, ti prego. Ti prego, puoi ancora cambiare idea.

Lorz: non voglio cambiare idea.

Lucy non sa che cosa fare. Deve inventarsi qualcosa, o non ne uscirà. Lo sente. L’idea di non rivedere più John, Brian, Lucas… Di non poter avere ciò che proprio ora era riuscita ad avere, la sta uccidendo.

Lorz continua a trascinare Lucy, sorpassando la fila, con il chiaro chiacchierare della gente in sottofondo, che si lamenta per tutto ciò.

I due, finalmente, arrivano davanti all’uomo che Lorz fissava.

Uomo: signore. È arrivato.

Lorz: possiamo andare?

L’uomo annuisce, chiaramente sapeva chi era, chiaramente sapeva cosa fare. L’uomo lascia passere Lorz e Lucy nell’entrata del tunnel che conduce all’aria. I due proseguono, nel tunnel, insieme.

Lucy si ferma.

Lorz: non farmi usare la forza.

Colonna Sonora: Richard

Lucy lo guarda, gli occhi gonfi, la paura che le scorre nelle vene, e tanta, tanta adrenalina.

Lucy: Lorz, ti prego.

Lorz: ti ho già detto che non è una mia scelta.

Lucy: quindi vuoi questo? Vuoi che il mondo venga distrutto?

Lorz: ti sembrerà assurdo, ma a me piace questo pianeta. Non era mia intenzione avallare questa causa.

Lucy: ma lo stai facendo.

Lorz: per mio figlio.

I due ribattono, ed entrambi sentono di avere ragione.

Lucy: mettiamo caso che arriviamo lì, ti danno tuo figlio. Pensi che ti lasceranno andare?

Lorz: vogliono te, non me. E neanche mio figlio.

Lucy lo guarda, Lorz non vorrebbe farle questo, è chiaro. Ma è una questione di scelte, è una questione di priorità.

Lucy: hai detto che arrivati lì avremmo visto la situazione.

Lorz: ed è così. Se potrò aiutarti, ti aiuterò.

Lucy: ma se non potrai…

Lorz leva lo sguardo da lei, odia ciò che sta facendo, non è nel suo stile. Non lo ammetterebbe più, comunque, è stanco di provare queste sensazioni. Lucy gli ricorda tutto ciò che c’è di bello nell’essere umani. Un qualcosa che ha dimenticato da tempo.

Lucy: io so che c’è del buono in te. So che non vuoi farmi del male.

Lorz, finalmente, riesce a guardarla negli occhi, di nuovo. Un uomo che ha terrorizzato l’universo, incapace di guardare una diciassettenne negli occhi, a causa di ciò che le sta facendo.

Lucy: io lo so…

Lucy avanza una mano verso il viso di Lorz, che sembra rimanere fermo. La guarda, sorpreso. Lucy avvicina la mano, finalmente, anche se un po’ terrorizzata, riesce ad accarezzare il viso di Lorz.

Lorz chiude gli occhi, è chiaramente nervoso. Non si fa toccare da nessuno, solitamente.

Quando l’alieno chiude gli occhi, Lucy porta avanti anche l’altra mano, ed insieme all’altra, parallele sulla testa di Lorz, inizia a concentrare tutta quella paura, tutta quella tensione, tutta quell’adrenalina, e finalmente, il potere arriva. Le molecole del corpo di Lorz iniziano a muoversi velocemente, l’alieno si muove, trema, come se avesse delle forti convulsioni. Lucy sta scaricando tutto su di lui.

Dopo qualche secondo, Lorz cade a terra, ancora tremolante, sorpreso dal gesto dalla ragazza, sicuramente, o almeno lo sarebbe se riuscisse a pensare lucidamente. Lucy velocemente prende le chiavi della macchina nella sua tasca, cautamente.

Lo guarda, per pochi secondi, quasi impaurita da se stessa, poi, velocemente, corre, corre più forte che può, corre verso l’uscita di quel tunnel, scontrandosi con l’uomo che aveva aperto la via, che chiaramente, sorpreso, non la ferma, e scontrandosi anche con alcune persone che erano in fila, che la guardano, sconvolte. Nessuno pensa a ciò che può essere successo realmente.

Lucy scappa, fugge, e anche se la paura la rallenta, la voglia di vivere la incoraggia. Scappa, scappa. Non ha mai corso così velocemente.

A Casa Brentan, Lucas è seduto sul divano in salone, mentre John e Brian sono su delle poltrone singole davanti a lui.

Lucas: non so se funzionerà…

John lo guarda, speranzoso. Deve funzionare.

John: Lucas, devi provarci.

Lucas: non so neanche come funziona, ok? Non è un fottuto GPS.

Brian guarda John, curioso

Brian: cosa sai di questa connessione? Insomma, può davvero permettere a due persona di trovarsi?

John: so che è un legame speciale, formato da due persone che si amano profondamente. Anche tu e Lucas siete connessi, ma in modo diverso. Un legame famigliare rispetto ad uno…

John non riesce a trovare le parole giuste, è una situazione critica, ma anche imbarazzante.

John: credevo che Lucy fosse fidanzata con Brian.

John guarda i figli, in realtà è arrabbiato con entrambi.

Brian: lo pensavo anche io.

Brian guarda il fratello in malo modo, di nuovo. Non sa quando e se potrà mai perdonarlo.

Lucas: possiamo concentrarci nel trovarla?

John: provaci. Prova a sentirla, a connetterti a lei.

Brian: dovremmo cercare Lucas. Il nonno intendo.

John: ho provato a chiamarlo al numero che avevo, non risponde. E non mi fido di lui in questo momento.

Lucas sospira, nervoso. Deve trovarla.

John: pensa a lei. Non è come un qualcosa di magico, dovrebbe essere naturale per te.

Lucas prova a chiudere gli occhi. Non sa esattamente cosa fare, non sa come farlo, sa solo che deve trovarla. Brian non può negare di essere incredibilmente geloso di questa connessione.

Lucas: non sta funzionando… Non so cosa..

John: non pensarci e basta.

Lucas prova a richiudere gli occhi. Inizia a pensare a Lucy. Alla scorsa notte, a come si sono avuti, finalmente, a quando hanno fatto l’amore, a quando hanno condiviso i ricordi.

Colonna Sonora: Moment of Happiness

Mani, mani che si sfiorano, si cercano, si vogliono. Lucy e Lucas fanno l’amore, lui è sopra di lei, è dentro di lei, Lucy si avvinghia ai suoi muscoli, alla sua carne, sente il calore e la forza di un uomo, in contrapposizione, Lucas tiene stretto a se un corpo apparentemente fragile, ma stupendo, quasi disegnato. Il ragazzo alterna movimenti lenti, a più veloci, e a Lucy sembra il piacere più grande che si possa avere dalla vita.

I due continuano, continuano ininterrottamente, potrebbero continuare per sempre. Stavolta Lucy è sopra Lucas, mentre lui la tiene stretta a se, lei si muove, procurando ad entrambi un immenso piacere. È qualcosa che va oltre il semplice fare l’amore, sono una cosa sola in questo momento, non solo a livello di corpi, ma anche a livello di anime. Sono connessi.

Finalmente, qualche flash inizia ad arrivare.

Taxi, ci sono tanti Taxi, e tantissime macchine, persone in fila.

Lucas: sembra essere in un posto affollato..

John: la vedi?

Lucas: penso di vedere dov’è. Di capirlo.

John: dove?

John si avvicina, velocemente.

Lucas vede ancora dei flash, è tutto molto confuso. Ma crede di aver capito di che posto si tratta.

Lucas: è l’aeroporto. È l’aeroporto di Napa.

John: perfetto. Sei sicuro?

Lucas apre gli occhi, finalmente, il cuore ha raggiunto un battito più veloce, sicuramente non è un qualcosa facile da fare.

Il ragazzo annuisce, ancora scosso.

Lucas: ha paura. Ha molta paura. Sta scappando, non è con nessuno. È sola adesso.

Il cellulare di John squilla, lo prende velocemente dalla tasca.

John: è il numero di Lucy.

John risponde, velocemente.

John: pronto.

Lucy: papà?

Lucy è alla guida della decapottabile. Sta uscendo dall’aeroporto. Sta infrangendo un sacco di regole della strada, e lei non l’ha mai fatto.

John: Lucy, Lucy dove sei?

Lucy: sto tornando. Sto tornando a casa. Sono riuscito a rallentarlo.

John: rallentarlo?

Lucy: Lorz. Era Lorz.

John sente i rumori dei clacson in sottofondo, e della forte guida di Lucy.

John: Lucy, vengo a prenderti.

Lucy: no, no, non c’è tempo. Sto arrivando a casa, prendete tutto ciò che vi serve. Dobbiamo andarcene.

John guarda Brian e Lucas, impietrito.

tree-shadow

Colonna Sonora: Loneliness

Ryan ha portato Emily in uno dei posti più belli di Hope, una grosso albero che fa ombra ad un prato meraviglioso. Hope è piena di bellezze naturali del genere, sembra che chiunque abbia disegnato la terra, si sia particolarmente impegnato nel quadro di questa cittadina.

Ryan

Ryan

I due sono seduti uno accanto all’altra, riparandosi dal forte sole.

Ryan: quindi… Hai intenzione di restare in silenzio e basta?

Emily lo guarda, non ha la solita aria da Emily, quella che è sempre pronta a fare una battuta.

Emily: non lo so, trovo un pochino strano che tu mi abbia portato in un posto appartato, a parlare di come sto. Sei una specie di maniaco?

Ryan ridacchia, divertito

Ryan: no. Non sono un maniaco.

Emily: è ciò che direbbe un maniaco!

Ryan: sei venuta!

Emily: non volevo pensare. Tornare a casa mi avrebbe fatto pensare a lui. Stare da sola mi avrebbe fatto pensare a lui. In realtà anche stare con te mi fa pensare a lui.

Ryan: quando dici lui… parli di Lucas?

Emily lo guarda, sospirando, stremata dalla sofferenza.

Emily: io lo sapevo, ok?! Io lo sapevo. Sono una stupida.

Ryan: sapevi cosa?

Emily: facosì male. Voglio dire, non solo male emotivamente, credevo che l’amore non facesse male anche a livello fisico. Mi fa male, mi fa male tutto, e non riesco a farlo smettere. Il dolore non passa. Sento come se stessi per morire. E la cosa peggiore è che… L’ho sempre saputo. Se ci pensi, è come se fossi condannata a morte, come se aspettavo silenziosamente che loro due mi uccidessero.

Ryan la guarda, colpito da queste parole

Ryan: Lucas ti ha tradita?

Emily annuisce

Emily: con la mia migliore amica, un classico, vero?

Ryan cerca le parole giuste da dire, anche se non ci sono parole giuste da dire in una situazione del genere.

Emily: voglio dire, tutta questa storia di essere destinati a stare insieme, per quanto riguarda Lucy e Lucas, mi fa vomitare, ok?! Questo è il motivo per il quale non ho mai amato coppie scritte nelle stelle. Tranne Emily e Jack in Revenge. Adoro Emily e Jack in Revenge.

Ryan: non lasciare che questo ti definisca. Il tradimento, voglio dire. Sei una ragazza simpatica, piena di vita, bellissima, interessante.

Emily lo guarda, colpita.

Emily:  sei pronto ad aiutare, non ci conosci, e sei sempre pronto ad aiutare. L’hai fatto quando…

Ryan: quel pazzo è entrato a scuola? La Hope High School ha l’assurdità della Sunnydale High. Ogni settimana ne succede una. I miei hanno seriamente pensato di cambiare città.

Emily: wow, fai anche battute riguardo la pop culture. Sei un angelo?

Ryan sorride, divertito.

Emily non ci pensa due volte, lo fa e basta. Si avvicina, dandogli un bacio a stampo sulla bocca. Si ritrae, dopo qualche secondo. Ryan sembra sconvolto.

Emily: oddio, scusa, ehm, è un riflesso, dovevo vendicarmi in qualche modo.

Ryan: no.. tranquilla, va bene.

Emily: non che tu abbia frenato questo istinto con tutti quei “sei bellissima, sei fantastica..”

Ryan: Emily, sono gay.

Emily lo guarda, sorpresa

Emily: wow…

Ryan la guarda, un pochino imbarazzato.

Emily: ok… Beh, ha senso, sai ascoltare.

Ryan la guarda, sorride.

Ryan: quando vuoi…

Emily: grazie Ryan, davvero.

Ryan: figurati.

Emily: non dovevi, insomma, non dovevi stare qui a consolare una sconosciuta.

Ryan: fidati, qualche volta con degli sconosciuti sappiamo aprirci di più. “A chi più amiamo meno dire sappiamo.”

Emily: possiamo stare qui ancora un po’?

Ryan annuisce

Ryan: tutto il tempo che vuoi.

I due si sorridono, ritornano a starsene in silenzio, sotto quell’albero.

È ormai passata qualche ora dalla chiamata. La decapottabile si ferma proprio davanti al portico di casa Brentan, Lucy scende velocemente, non chiude neanche lo sportello. Brian, Lucas e John sono sul patio ad aspettarla, hanno degli zaini con loro.

Lucy corre velocemente verso di loro, rallenta sulle scale del portico. Li guarda. Lucas, oh Lucas, vorrebbe correre verso di lui e baciarlo. Guarda Brian, chiaramente incattivito, nonostante sia contento di vederla. Lucy abbraccia John, velocemente, non c’è molto tempo per i saluti, non c’è molto tempo per le spiegazioni.

Lucy: dobbiamo andare, adesso.

I quattro sentono, in sottofondo, il rumore di un auto che sfreccia pericolosamente nel percorso della riserva. Un taxi. Lo vedono il lontananza.

Lucas: è un taxi?

Guardano il taxi avvicinarsi, in fretta. È guidato da Lorz.

Brian: oh cazzo..

Il taxi si ferma a poca distanza dalla decapottabile. Lorz tira il freno a mano, e scende, velocemente, nel sedile accanto a lui un cadavere. Lorz ha le mani piene di sangue, è chiaro. Anche la camicia bianca che indossava è pregna di rosso. Guarda i quattro, arrabbiato.

John: Lucy, scappa…

Lorz: nessuno può scappare. Sei ancora troppo lenta alla guida, Lucy.

Lorz, infuriato, parla ad alta voce, fermandosi proprio davanti a loro, sotto gli scalini che portano al patio.

Lorz: sono stato davvero paziente con voi. Gentile, oserei dire umano. Ma non fate altro che farmi incazzare e onestamente c’è un limite a tutto. Mettetevi in fila. Voglio uccidervi. Uno ad uno, voglio dipingere questi campi di grano di rosso.

In centrale, James sta sistemando delle scartoffie, ha ricevuto il messaggio da John, Lucy è al sicuro, questo è sicuramente un peso in meno da sopportare.

La porta dell’ufficio di James si apre. È l’agente Starling.

James: wow, che visita…

Starling: inattesa?

James: dov’è stata?

Starling chiude la porta.

Starling: in ospedale, con metà della mia squadra.

James la guarda, perplesso

James: per cosa?

Starling: apparentemente esistono i mutanti, o qualcosa del genere. Perché quell’uomo che si trovava a scuola, e che ci ha quasi fritto il cervello era tutto tranne che umano…

James la guarda, fingendo un sorriso

James: ma di cosa sta..

Starling: basta con le stronzate. So che sai qualcosa, e voglio la verità. E la voglia ora.

Improvvisamente la terra inizia a tremare, gli oggetti riposti sulla scrivania iniziano a cascare, così come quelli sulle pareti. Delle urla si sentono provenire da fuori.

Starling: ma cosa?

James corre velocemente verso l’uscita, Starling lo segue.

James guarda la sala, tutti stanno uscendo fuori. Sembra che ci sia qualcosa da vedere. La terra continua a tremare, non permettendo un movimento agile.

Colonna Sonora: Little Miss Muffet (fino alla fine)

James raggiunge gli altri, uscendo dalla centrale. Si guarda attorno, la Starling è proprio dietro di lui. Gli allarmi delle auto suonano, suonano incessantemente. Tutti hanno qualcosa in comune: guardano in alto. La folla del centro di Hope è ferma, e guarda in alto. James, finalmente, guarda in alto, ed improvvisamente, tutto gli è chiaro.

James: oh cazzo…

Emily e Ryan si alzano dal loro posto, preoccupati per la terra che trema, il sole è scomparso ormai, non c’è di certo bisogno dell’ombra di quell’albero. I due si fanno avanti, Ryan guarda il cielo, si stava chiedendo dove fosse finito il sole.

Ryan: oh mio Dio…

Emily segue lo sguardo di Ryan, velocemente. Capisce.

A Casa Brentan, la terra inizia a tremare, e il sole che prima c’era, viene improvvisamente nascosto.

Brian: che diavolo sta succedendo?

Lorz guarda in alto.

Pian piano, quell’ombra, inizia ad espandersi, si espande sempre di più.

Lucy, John, Brian e Lucas si affacciano dal patio, non curanti di Lorz, che vuole ucciderli, c’è qualcosa che lo sta distraendo, e chiaramente è più importante di tutto questo.

I quattro guardano. Una gigantesca astronave è posta proprio sopra di loro. In realtà non solo sopra di loro, sembra prendere Km e Km di terreno, forse tutta Hope.

Lucy, Brian e Lucas avevano già visto un’astronave in volo, ma non era così. Questa è imponente, è maestosa, è come una città. Una grossa massa nera nel cielo.

Lorz: sono qui. Loro sono qui.