Home 1×01 Pilot

MESSAGGIO IMPORTANTE: SE VOLETE CHE LA STORIA CONTINUI, COMMENTATE NEL BLOG, SCRIVETE COSA NE PENSATE, I VOSTRI PERSONAGGI PREFERITI, E LE VOSTRE IMPRESSIONI. MI RACCOMANDO, è IMPORTANTE CHE VOI LO FACCIATE, GRAZIE, E BUONA LETTURA:

Vorrei ricordare che HOME non è esattamente un racconto, o un romanzo, è una storia che ha lo stile di una sceneggiatura. Viene lasciato molto all’immaginazione del lettore, ed i passi sono più brevi. E tutto ciò è fatto APPOSITAMENTE.

Per godere appieno l’episodio vi consiglio di aprire i link delle canzoni ogni volta che ne trovate una. Sono evidenziati.


“La terra. Tonda, immensa, ignota, è la nostra casa, il nostro rifugio, il nostro embrione, dove nasciamo, cresciamo, ci nutriamo e diventiamo polvere. Vista da lontano è molto piccola, come può una cosa così minuscola, una formica nell’universo, essere la casa di così tante anime? È così pura, abitabile, nonostante l’uomo non faccia altro che sabotarla, la terra non tradisce mai, la terra non ci tradisce mai. Se la terra fosse più vicina al sole del 5%, diverrebbe arida, se fosse solo l’1% più lontana dal sole, congelerebbe, è un progetto perfetto. Forse è per questo che su di essa ci sono alcuni clandestini, in cerca di un posto sicuro, in cerca di una casa.”

 

Colonna Sonora: Prologue

 

Un ragazzo giovane corre su una strada, buia, a malapena illuminata dalla luna, la stradina di campagna è delimitata da due campi di grano paralleli. Corre, spaventato, il cuore gli batte forte, ma deve continuare, deve salvarsi. Le mani gli sudano, e correre è sempre più difficile. Il ragazzo piange, singhiozza, perché proprio a lui? Perché non può restare?

Il cellulare che ha nella tasca squilla, all’improvviso. Il ragazzo sobbalza, e si ferma, nel mezzo della strada.

Cerca di prendere il cellulare, le mani gli tremano. Nervoso, risponde.

Ragazzo: pronto?

Voce: ciao Kyle!

Una voce molto profonda parla al telefono

Kyle rabbrividisce nel sentirla

Kyle: cosa vuoi da me?

Voce: dimmi dove sei, Kyle.

Kyle: per favore, lasciami in pace, ti supplico. Non lo dirò a nessuno!

Il ragazzo è disperato, supplica, in lacrime.

Voce: deve andare così Kyle, niente di personale.

Kyle: non voglio morire.

Il ragazzo piange, disperato

Voce: ma devi.

La voce è piena di rabbia, ma pur sempre ferma, Kyle, impaurito, attacca. Getta il telefono lontano, in mezzo al campo situato alla sua destra.

Kyle sta per iniziare a camminare, quando vede una macchina in lontananza, che si avvicina, i fari illuminano la strada.  Kyle vede una speranza, finalmente. Si mette in mezzo alla strada, agitando le mani. La macchina si ferma, di scatto. Una donna bionda, sulla quarantina, scende dal veicolo, preoccupata. Vede il ragazzo in mezzo alla strada.

 

La donna si avvicina a lui, il ragazzo è in lacrime.

 

 

Donna: hey, figliolo, va tutto bene?

Kyle piange, disperato, impaurito, trema ancora. La donna gli mette una mano sulla spalla, cercando di confortarlo.

Donna: hey, tranquillo, andrà tutto bene! Cosa ci fai in giro a quest’ora?

Kyle: la prego signora, mi aiuti, La prego!

La donna lo guarda, dispiaciuta, preoccupata.

Donna: certo, certo. Chiamiamo i tuoi genitori, ok?

Kyle: non ho i genitori. Non più.

La donna lo guarda, sconcertata

Donna: ok, andiamo verso la mia macchina, ti porto in ospedale. O alla polizia, o dovunque tu voglia andare, ok?

Kyle guarda la donna, ovunque, tranne che lì, andrà bene, annuisce, preoccupato.

I due iniziano ad incamminarsi verso la macchina, Kyle poco più avanti della donna. Mentre è quasi arrivato al veicolo, Kyle sente uno sparo, e un colpo, dietro la schiena. Cade a terra, la donna gli ha sparato. Kyle la guarda, del sangue gli esce dalla bocca. Non era una via di fuga, solo una trappola. Non c’è più una via di fuga. La donna lo guarda, ferma, fredda. Con la pistola ancora tra le mani.

Un’altra macchina si avvicina, Kyle rimane accasciato in mezzo alla strada. La macchina si ferma. Dal veicolo scende l’uomo con cui Kyle era al telefono, un uomo vestito molto elegante, un uomo di classe. Si abbottona la giacca.

Dietro di lui scende un altro uomo, vestito completamente di nero, con una maschera da alieno, quelle che si comprano al supermercato, una maschera sul bianco/grigio. Kyle, mentre è a terra, guarda quella maschera, inespressiva, lo impaurisce più di ogni altra cosa, ora.

L’uomo della voce si avvicina a Kyle, facendo un cenno di consenso alla donna con la pistola.

L’uomo si china verso Kyle:

Uomo: ti avevo detto che ti avrei trovato.

Kyle singhiozza, quasi in fin di vita.

Kyle: ti prego.

L’uomo si alza, spostandosi, facendo posto all’uomo mascherato, che si avvicina con un grosso coltello, Kyle piange, impaurito. L’uomo mascherato si china verso Kyle, e lo gira di fianco, alzandogli la maglietta, rivelando uno strano segno a spirale.

L’uomo mascherato marchia con una X il segno, con il coltello, esce molto sangue. Kyle urla, urla con tutta la voce che ha, forse è il dolore più grande che abbia mai provato.

L’uomo mascherato rigira Kyle.

Kyle: no, no, ti prego. Ti prego, ti prego.

Kyle implora, disperato, per la sua vita.

L’uomo mascherato alza il coltello con le mani, e con brutale freddezza glielo infilza nella testa, gli schizzi di sangue arrivano sulla sua maschera, e dipingono la strada.

La donna con la pistola si gira, lo spettacolo la disgusta. L’uomo della voce continua a guardare.

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