HOME- La serie

The truth is out there. Cit- X Files

Mese: agosto, 2012

Home ritorna il 5 settembre

A causa di impegni lavorativi, HOME torna il 5 settembre alle 14.00 sul blog.

Home 1×10 Spaceship

MESSAGGIO IMPORTANTE: SE VOLETE CHE LA STORIA CONTINUI, COMMENTATE NEL BLOG, SCRIVETE COSA NE PENSATE, I VOSTRI PERSONAGGI PREFERITI, E LE VOSTRE IMPRESSIONI. MI RACCOMANDO, è IMPORTANTE CHE VOI LO FACCIATE, GRAZIE, E BUONA LETTURA:

Vorrei ricordare che HOME non è esattamente un racconto, o un romanzo, è una storia che ha lo stile di una sceneggiatura. Viene lasciato molto all’immaginazione del lettore, ed i passi sono più brevi. E tutto ciò è fatto APPOSITAMENTE.

Per godere appieno l’episodio vi consiglio di aprire i link delle canzoni ogni volta che ne trovate una. Sono evidenziati.

Home 1×10 Spaceship

Colonna Sonora: Main Title (Nightmare)

Una giovane ragazza è seduta al centro di una stanza buia, l’unica luce che c’è proviene da una lampadina al centro. La ragazza è legata, respira a fatica, non c’è molto ossigeno nel posto in cui si trova. È esausta. Si guarda attorno, ma non vede nulla. La paura dell’ignoto, dell’incerto, di cosa ci sia nell’oscurità, la pervade. La paura dell’ignoto, è forse la più grande paura.

Ragazza: ti prego, ti prego lasciami andare.

Ansima, disperata.

La ragazza avverte dei passi, sa che c’è qualcuno, sa che qualcuno si nasconde nell’oscurità, nel buio. Lo sente girare intorno alla stanza, mentre è immerso in quel nero. La sua faccia, quegli occhi inespressivi, quella maschera, la ragazza non è mai stata così spaventata in vita sua.

Ragazza: dimmi cosa ti ho fatto, che cosa vuoi da me?!

La ragazza urla, con ferocia, disperata. Vuole andarsene, tutto questo sembra un incubo. Sente scendere le gocce di sudore sulla pelle, le mani ancora le sanguinano, le corde con cui è legata a quella sedia sono strettissime. Alza lo sguardo, rivedendo quella luce, quella luce così sfumata, così piccola.

Ragazza: lasciami andare..

La ragazza lo dice in un tono diverso questa volta, quasi rassegnato. Non sente più quei passi. Si guarda attorno, cercando disperatamente di capire dove si nasconda la figura. Niente, il nulla, sembra essere sola.

Dopo aver emesso un lungo sospiro, la figura si fa avanti, proprio davanti a lei, Alien Face. Con un vecchio coltellaccio da macellaio, la colpisce in pieno petto, con tutta la violenza di tutto questo mondo.

La ragazza emette l’ultimo sospiro, l’ultimo sguardo è volto a quella maschera bianca e inespressiva, all’orrore, alla malvagità pura.

Alien Face si pone dietro la ragazza, ormai senza vita, con forza, taglia la corda che la teneva legata alla sedia. Butta il corpo della ragazza a terra, si china, velocemente, alzandole la maglietta. Ma sul fianco sinistro non c’è segno della spirale. Alien Face inizia ad innervosirsi, si tocca la maschera, scuote la testa, quasi come se combattesse contro qualcosa. Ma non si può combattere l’oscurità, non quando non c’è una luce che l’abbatte. Perché in lui, non c’è luce. Prende il coltellaccio, sporco del sangue della ragazza, inizia, pian piano, a tracciare una spirale con il coltello, a tracciarla lì, proprio nel punto in cui dovrebbe essere. Dopo aver finito, lentamente, quel lavoro. Marchia una X sopra la spirale. Inizia, con violenza, a puntare a quel punto, colpendolo più volte, è una punizione, quando gli schizzi di sangue lo colpiscono, si sposta, come schifato. Non si combatte l’oscurità, non quando ormai ha preso pieno possesso di noi.

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EPISODIO RIMANDATO

Per questa settimana di vacanza, visto che molti lettori sono fuori, l’episodio non verrà pubblicato. HOME torna Mercoledì 22 Agosto alle 14.00 sempre su questo blog, con un nuovo episodio.

Grazie e buone vacanze!

Home 1×09 Fathers

MESSAGGIO IMPORTANTE: SE VOLETE CHE LA STORIA CONTINUI, COMMENTATE NEL BLOG, SCRIVETE COSA NE PENSATE, I VOSTRI PERSONAGGI PREFERITI, E LE VOSTRE IMPRESSIONI. MI RACCOMANDO, è IMPORTANTE CHE VOI LO FACCIATE, GRAZIE, E BUONA LETTURA:

Vorrei ricordare che HOME non è esattamente un racconto, o un romanzo, è una storia che ha lo stile di una sceneggiatura. Viene lasciato molto all’immaginazione del lettore, ed i passi sono più brevi. E tutto ciò è fatto APPOSITAMENTE.

Per godere appieno l’episodio vi consiglio di aprire i link delle canzoni ogni volta che ne trovate una. Sono evidenziati.

Home 1×09 Fathers

Nevada, 1988

John:

“Ci sono alcuni momenti della vita che ti rimangono dentro, momenti che è impossibile cancellare, alcune volte vorresti un tasto per spazzare via i brutti ricordi. Io ero lì, aspettavo, non sapevo neanche cosa stavo aspettando, ero seduto, mi guardavo attorno. Avevo sentito parlare di quel posto, tutti hanno sentito parlare di questo posto almeno una volta, nella vita. Non so dire come ci arrivai, mi drogarono. Ricordo che sentivo uno strano formicolio sotto la lingua, come se fosse addormentata. Ciò che mi diedero, doveva essere forte. Ero seduto, ero seduto su una semplice sedia, in un semplice corridoio grigio, quando pensi all’Area 51, non ti viene in mente qualcosa di semplice, pensi che sia un mondo a parte, nascosto, segreto, anormale. Sembrava un semplice edificio. O almeno credevo che lo fosse, non so dire se fossi sotto terra, su in cielo, metri sott’acqua, so solo che mi trovavo in Nevada, e che stato per vivere il momento più incredibile della mia intera esistenza. Da quel momento, tutto sarebbe cambiato.”


John è seduto su una sedia, al centro di un enorme corridoio grigio, niente porte, solo un grosso portone alla fine, John fissa quel punto, ancora stordito da ciò che gli hanno detto.
“Non puoi sapere dove si trova quel posto, tutti sanno che è in Nevada, tutti sanno che è una base militare, non tutti sanno che gli addetti ai lavori non la chiamano “Area 51” ma “Il buco del mondo.” Non ne ho mai capito il motivo, forse è perché è situata in una fossa, forse perché all’interno di quel posto ci sono cose che una persona ordinaria non sognerebbe mai di poter vedere, forse perché è dove la tua vita finisce.”
Finalmente, le porte dell’ascensore dal quale è arrivato si aprono. Cooper si fa avanti verso di lui, sempre con aria seria, fredda, distaccata.


“Quell’uomo, mi spaventava. È difficile che un essere umano riesca a spaventarmi, ma Cooper sembrava essere privo di qualsiasi espressione o emozione umana. Ci sono uomini disposti a fare cose orribili, altri che sono costretti, Cooper provava piacere, credo sia l’unico uomo privo di rimorso che abbia mai conosciuto in tutta la mia vita. Perché anche la persona più cattiva di questo mondo prova rimorso, anche uno spietato assassino può provare rimorso. Lui no.”
Cooper si pone davanti a John. Gli sorride, non un sorriso sincero, ma impostato, per situazione.
Cooper: finalmente.
John lo guarda, è stanco, sembra assonnato.
Cooper: sono rammaricato, ma è la procedura.
John: ho accettato, non deve scusarsi.
Cooper, di nuovo, sorride.
Cooper: questa è la giusta attitudine.
John: dove siamo?
Cooper lo guarda
Cooper: penso che lei sappia dove siamo.
John ridacchia, tra l’estasiato e lo sconvolto.
John: pensavo fossero leggende metropolitane.
Cooper: un uomo intelligente come lei, mi sorprende.
John: quindi? A cosa lavorate?
Cooper deglutisce
Cooper: lei è uno dei migliori nel campo.
John: davvero?!
Cooper: laureato con lode alla facoltà di ingegneria aerospaziale ad Harward, non è da tutti.
John: ero un bravo studente, cosa c’entra?
Cooper: sappiamo dei suoi progetti.
John sorride
John: quindi, sono qui per lavorare a dei nuovi aerei militari?
Cooper: non esattamente.
John lo guarda, perplesso
Cooper: le farò una domanda.
“Quello era il momento, è stata probabilmente la risposta più sbagliata che potessi dare.”
John sospira, nervoso
Cooper: perché ha accettato?
John: cosa?
Cooper: perché ha accettato di venire qui?
John lo guarda, pensando alla sua vita, a cosa ha perso, a cosa ha in questo momento.
John: perché non ho niente da perdere.
Cooper sorride, di nuovo.
Cooper: se le dicessi che ha tutto da vincere qui? Che qui stiamo cambiando le cose? Che c’è un disegno più grande.
John non riesce a capire, ma è affascinato dalle parole dell’uomo, sa come incuriosire.
Cooper fa cenno all’uomo di alzarsi. John lo rispetta, come se fosse un comando, si alza. Gli gira la testa, è ancora stordito.
Cooper inizia a camminare lungo il corridoio, John lo segue, traballando ogni tanto.

Colonna Sonora: Spaceship
“Non sapevo che andando verso quell’enorme portone nero, stavo andando verso una nuova vita. Tutto ciò che c’era stato prima sarebbe stato cancellato.”
I due avanzano verso l’enorme portone nero, John si guarda attorno, tanta semplicità gli mette ansia, non sa perché, preferirebbe vedere tante porte, tante persone, invece niente. È così strano, così inutile.
I due, poco dopo, arrivano all’enorme portone. Cooper si gira verso John. Lo guarda, sapendo che da quel momento, tutto per lui sarebbe cambiato.
Cooper porta la mano sull’enorme maniglia al centro del portone, lo apre.


“Era impossibile non notarla subito. Un gigantesco veicolo nero al centro di un enorme capannone vuoto, era immenso, qualcosa che è impossibile immaginare, ricordo che il cuore mi batteva forte, stranamente avevo capito che quella cosa non poteva essere stata costruita da esseri umani, era tondo, sembrava un disco. Un disco volante. Avevo studiato ingegneria aerospaziale, ed era impossibile far volare un qualcosa di simile con le nostre conoscenze, era qualcosa di diverso, di oscuro, di geniale. Ricordo di essermi completamente dimenticato della presenza di Cooper, perché ciò che avevo davanti era il progresso.”
John sembra estasiato, ma anche impaurito, non riesce a capire. L’enorme disco è sorretto da delle enormi piattaforme di metallo. John non ha mai visto un qualcosa di lontanamente simile.
John: cos’è questo?
Cooper lo guarda, cercando di capire cosa prova. Adora manipolare le emozioni.
Cooper: questo è il motivo per il quale abbiamo bisogno di lei.
John non riesce a fare un passo, è paralizzato.
Cooper: per capire come funziona.
John lo guarda, finalmente riesce a spostare lo sguardo.
“Quello era il momento, il momento in cui la mia vita cambiò per sempre.”

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