Home 2×08 Turning Point- Finale Invernale

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Vorrei ricordare che HOME non è esattamente un racconto, o un romanzo, è una storia che ha lo stile di una sceneggiatura. Viene lasciato molto all’immaginazione del lettore, ed i passi sono più brevi. E tutto ciò è fatto APPOSITAMENTE.

Per godere appieno l’episodio vi consiglio di aprire i link delle canzoni ogni volta che ne trovate una.   Sono evidenziati.

Washington D.C, Stati Uniti, 2008

Il potere è un qualcosa di strano. Quando non ce l’hai, brami di averlo. Possiamo fingere, possiamo dire che non ci importi, ma alla fine, alcune volte, è tutto ciò che conta nella vita di determinate persone. Barack non è così, lui è diverso, lo è sempre stato. Solcare per la prima volta quella soglia, sentirla sua, sentire di appartenere, e di poter fare del bene. È tutto ciò per cui ha lottato, è tutto ciò che ha sempre voluto. Esistono uomini che si fingono buoni, quando in realtà il male si è già innestato nelle loro anime da tempo. Barack, probabilmente, è un’eccezione. Lui non è così, non lo è mai stato.

Barack entra lentamente, assicurandosi di sentire tutto, di percepire ogni piccola sensazione. Quella stanza, quella finestra, conosce a memoria quel posto, ma non l’ha mai sentito suo fino ad oggi. Le luci della sera permettono di vedere la stanza illuminata nel suo completo. È bella, è spaziosa, confortevole, trasuda potere. La stanza ovale.

“Signor Presidente?”

Barack si gira, si stacca dalla bolla di felicità nel quale era immerso, senza allontanarsene troppo, tuttavia.

Un uomo sulla quarantina è davanti all’entrata della stanza ovale, sorridente, fiero.

Barack: Johnson. Mia moglie?

Johnson: la first lady è nelle cucine. La sta aspettando. Lei, si è sistemato?

Barack: sì, Johnson, credo di essermi sistemato.

Johnson guarda il presidente, un sorriso sul volto

Johnson: è davvero il suo posto qui. È perfetto per lei.

Barack guarda la scrivania, e poi, girandosi, guarda l’uomo, annuendo

Barack: Johnson, lei mi conosce, sono cinque anni ormai che è nel mio staff. Questo è tutto ciò per cui abbiamo lavorato.

Johnson: beh, lei sicuramente ha fatto il lavoro. Noi l’abbiamo semplicemente sostenuta.

Barack: e questa è la fortuna più grande per un leader, i suoi sostenitori. Fedeli accompagnatori in questo cammino!

Johnson annuisce, apprezzando le parole del presidente.

Johnson: ce l’ha fatta, signore!

Barack: ce l’abbiamo fatta, Johnson!

I due si sorridono, di nuovo.

Barack: beh, sarà meglio che raggiunga Michelle. È impaziente quando si tratta di cibo.

Johnson: avevo consigliato alla first lady di controllare le cucine domani.

Barack: sai com’è Michelle, deve avere la casa sotto controllo!

Il presidente avanza lentamente verso l’uscita, contento di raggiungere la moglie.

Barack: chiude lei, qui?

Johnson guarda il presidente, annuendo.

Barack passa accanto all’uomo, che è pronto a chiudere le porte della stanza ovale. Non appena il presidente è un passo avanti a lui, Johnson fa ciò che deve fare. Una siringa metallica, con un liquido nero al suo interno, Johnson velocemente la inietta sul collo del presidente. Il tutto succede molto in fretta, Barack non ha neanche il tempo di accorgersene. Gli occhi del presidente, stupiti da tale atto, pian piano diventano neri, completamente neri. Johnson, dopo qualche secondo, toglie velocemente la siringa e si pone davanti al presidente.

Barack: cosa devo fare?

Barack guarda l’uomo, gli occhi sono ancora neri, lo sguardo assente.

Johnson: non ancora. Non è il momento. Ma arriverà.

Barack lo guarda, uno sguardo ancora assente, ma adesso confuso.

Johnson: ora si svegli, e vada da sua moglie.

Pian piano, quel liquido nero negli occhi del presidente va a diminuire. Rivediamo la pupilla, rivediamo l’occhio umano.

Barack guarda Johnson, per lui, non è successo niente.

Barack: beh, buonanotte Johnson.

Johnson gli sorride, contento della riuscita del suo piano.

Johnson: buonanotte Signor Presidente!

Barack lo guarda un’ultima volta, e poi si allontana, pronto ad andare da sua moglie, totalmente ignaro di ciò che gli è stato fatto.

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